venerdì 13 dicembre 2013

UNIONE DEL CONSELVANO: perchè SI', perchè ADESSO.

Lettera aperta ai Cittadini ed ai colleghi Amministratori del Conselvano

Cari Concittadini e colleghi Amministratori del Conselvano,
con questo intervento vorrei condividere alcune riflessioni che mi portano a ritenere con grande convinzione che l'Unione dei Comuni del Conselvano debba iniziare a camminare con le sue gambe, adesso.
Dopo la nascita ed il timido avvio delle prime funzioni nei mesi scorsi, in queste settimane si sottoporranno ai Comuni ed infine al Consiglio dell'Unione l'approvazione del trasferimento di tutte le funzioni e di tutti i dipendenti comunali.
Sono più di tre anni che i Comuni del Conselvano, prima con lo studio di fattibilità, poi con le prime deliberazioni comunali, hanno avviato questo percorso: quindi, la base su cui questo progetto si sta concretizzando è innanzitutto una volontà dei Comuni espressa, secondo me, con lungimiranza.
Solo in un secondo e recente tempo (governo Monti) si è aggiunto, purtroppo, l'obbligo per i comuni sotto i 5'000 abitanti di esercitare tutte le funzioni in forma associata dal 1° Gennaio 2014 (rimandato dalla legge di stabilità di qualche giorno fa al 1° Luglio 2014, poco cambia).
Le funzioni associate possono essere svolte, oltre che attraverso una unione, anche attraverso la fusione dei comuni o le convenzioni tra comuni.
La fusione tra Comuni implica che i comuni e le relative Amministrazioni di origine spariscono, per dare vita in via definitiva ad un nuovo unico ente: di più municipi ce ne sarà uno, unico sarà il sindaco e così via. Non c'è transizione, non c'è gradualità e, non a caso, questo percorso richiede un referendum. Con la fusione, le identità attuali spariscono: non è stato pertanto considerato attualmente perseguibile per i nostri comuni (fatto salvo che può sempre essere indetto), anche perchè definitivo ed irreversibile.
C'è da considerare anche che in caso di bocciatura, bisognerebbe essere pronti con la soluzione alternativa per gestire le funzioni in forma associata: o unione o convenzioni.
Le convenzioni tra Comuni hanno invece il problema opposto: la dispersione. Per ogni funzione da gestire insieme, si deve trovare almeno un altro Comune con cui farlo. Siccome per ogni funzione vi sono situazioni di esigenze, di dipendenti, di territori diversi da comune a comune, è ovvio che per ogni funzione sarà possibile trovare verosimilmente un Comune o gruppo di Comuni diverso. Questo significa, ad esempio, che i vigili sarebbero gestiti insieme ad un Comune o gruppo di Comuni, ma le mense scolastiche con un altro, così come i lavori pubblici e così via. Questo significherebbe la paralisi politico-amministrativa. C'è poi il problema della instabilità delle convenzioni che, essendo accordi facilmente recessibili, possono improvvisamente essere abbandonati o interrotti a seconda dei vantaggi o delle dinamiche politiche (cambio amministrazione, equilibri territoriali, ecc): molti comuni che in questi mesi hanno sperimentato le convenzioni per le prime funzioni associate hanno patito questi problemi, che spesso causano anche improvvisi costi inattesi (se uno dei Comuni recede, il costo della funzione rimane in carico ai rimanenti).
Se si obbietta che i Comuni del Conselvano sono sufficientemente omogenei e che quindi le convenzioni per tutte le funzioni avrebbero lo stesso gruppo di comuni a condividerle, si sta esattamente dicendo che l'Unione del Conselvano ha motivo di esistere.
Inoltre, l'Unione ha il pregio di non cancellare i Comuni di origine che, anzi, si confrontano e coordinano attraverso i suoi organismi: la Giunta dei Sindaci ed il Consiglio dell'Unione.
L'Unione, pertanto, può dare essenzialità e stabilità alla gestione delle funzioni associate, attraverso una rappresentanza del territorio che non vede cancellate le singole identità ed Amministrazioni Comunali, che possono continuare a svolgere il luoro ruolo di rappresentanza delle relative realtà territoriali.
Credo che, per le condizioni date, questa connotazione dimostri come l'Unione del Conselvano sia per i nostri Comuni la risposta migliore tra quelle possibili (quelle impossibili, le lascio a chi non ha la responsabilità di amministrare).
Ne sia conferma l'adesione di Bovolenta, che aveva sperimentato convenzioni di funzione.
Ne sia conferma anche il fatto che le fusioni stanno interessando solamente situazioni di Comuni importanti che annettono Comuni frazione/satellite (Este con Ospedaletto, Monselice con limitrofi, Piove di Sacco con limitrofi).
Su questo aspetto, faccio notare che lo Statuto prevede un funzionamento per Giunta e Consiglio dell'Unione tali per cui ogni comune conta come gli altri: questo per dimostrare che l'Unione non corrisponde ad una annessione dei comuni piccoli a Conselve.
Vero è anche che per organizzare funzioni associate per i servizi ad un numero maggiore di cittadini serve una struttura che, se viene plasmata a partire da una più robusta, risulta più efficace: senza Conselve, nessuno di noi altri Comuni minori saremmo riusciti a far partire una Unione tra di noi, per la difficoltà di competenze e risorse umane che comportava l'avvio.
Quindi, dato l'obbligo di esercitare le funzioni in forma associata entro il 2014, essendoci alla base una precisa volontà politica cindivisa già espressa nel percorso iniziato nel 2009, non essendoci alternative percorribili, perchè osteggiare questa evoluzione?
Personalmente, ritengo che l'Unione del Conselvano è bene che parta, e subito!
Ritengo inoltre, sia come Sindaco che come Cittadino, che anche le Amministrazioni locali debbano dare il loro contributo nella riforma dello Stato. Sicuramente fino ad oggi ai Comuni è stato chiesto moltissimo, fin troppo, soprattutto in termini economici, ma se c'è una evoluzione amministrativa che ha senso fare, è questa.
Molti Cittadini chiedono il perchè di questa volontà e, di fronte a queste argomentazioni, dimostrano per lo più approvazione e fiducia, se pur con le preoccupazioni di carattere quotidiano che inevitabilmente sorgono ("dove dovrò andare per avere questo o quel servizio?").
Queste preoccupazioni le abbiamo ben presenti per primi noi Amministratori, e sappiamo che la fase iniziale sarà difficile e che saranno necessari tanti rodaggi ed aggiustamenti. Però, la sfida è iniziare qualcosa che, nel giro di 3-5 anni ci porti a diventare un soggetto multicomunale con un governo coordinato tra entità locali collaudate come i Comuni, senza farli sparire in uno solo o farli litigare in millanta convenzioni.
Parlo di un soggetto di 30'000 abitanti con una Giunta di Sindaci ed un Consiglio di Consiglieri che, insieme, decidono come gestire le funzioni in base al loro radicamento comunale.

Credo che questa visione non possa essere definita una "farsa", come è stato irresponsabilmente detto.
Non mi pare che una società ed un mondo intero che sono in piena rivoluzione siano una farsa: questo scenario impone che un cambiamento radicale o lo gestisci, o lo subisci (la Regione ha ben chiarto il concetto).C'è veramente ancora qualche amministratore che pensa che si possa andare avanti così, aspettando momenti e soluzioni migliori (che non verranno)?
Presto, potrebbe arrivare una imposizione statale o regionale a decidere come fondere o unire i comuni, calandola dall'alto. E credo che la cosa peggiore sarebbe trovarsi uniti tra comuni che non si sono scelti.
Ritengo pertanto sbagliato rimandare la nostra necessaria riorganizzazione amministrativa, specie se il rinvio è quello dei sei mesi approvato qualche giorno fa.
Con l'Unione, i Comuni di Agna, Arre, Candiana, Conselve, Bagnoli di Sopra, Bovolenta, Terrassa Padovana continueranno ad esistere, avranno il loro Sindaco ed i loro Consiglieri che per le varie tematiche si coordineranno e faranno sintesi nella Giunta o nel Consiglio dell'Unione, per dare ai propri Cittadini servizi riorganizzati ma comunque tarati sulle specificità.
Naturalmente, sia chiaro che gli Amministratori (Sindaci e Consiglieri Comunali) che fanno parte di Giunta e Consiglio dell'Unione non percepiscono alcuna indennità nè alcun gettone: non costano nulla, per legge.
L'Unione, quindi, si prefigura principalmente come una riorganizzazione dei dipendenti e dei servizi, non intaccando le identità e le rappresentanze dei Comuni.
I Comuni, trasferiscono i propri dipendenti all'Unione, che li impiega per gestire i servizi di sempre, solo in forma più organizzata, più specialistica.
Si pensi a cosa (non) possono fare i singoli Comuni con il loro singolo vigile o singolo assistente sociale, rispetto a quello che potrà fare un corpo di polizia locale dell'Unione, dotato di mezzi, strumenti e turni strutturati o il gruppo di professionisti che aiuteranno le amministrazioni nelle sempre più frequenti e complesse emergenze sociali.
I pregi dell'Unione hanno ovviamente un prezzo rispetto, ad esempio, alla fusione: l'Unione è un soggetto che si aggiunge ai Comuni, e che ha bisogno di figure di controllo per legge (una terna di revisori, un segretario). Questi, sono costi che prima non c'erano e che il Legislatore non ha considerato nella legge, ma che ci saranno. La linea sottintesa è che deve essere la riorganizzazione a generare il risparmio.
Ed è proprio qui che acquisisce un ruolo fondamentale la riorganizzazione del personale, anche al fine del contenimento dei costi.
Attualmente, i dipendenti  dei comuni dell'unione sono circa 110, dei quali 20 hanno assegnata una posizione organizzativa (la cosiddetta P.O.) per lo svolgimento di funzioni di direzione (incarico assegnabile e revocabile con piena facoltà dell'Amministrazione, costo 5'000-12'000 € lordi/anno).
Fatto salvo che tutti gli inquadramenti ed i contratti dei dipendenti saranno confermati nel trasferimento all'Unione, le uniche variazioni riguarderanno l'importo delle indennità (nel totale invariato, ma uniformato nelle voci) ed il numero inferiore di P.O. che saranno necessarie in una struttura unificata.
Da questa prima riorganizzazione, ad esempio, arriveranno i primi risparmi: questo si aspettano, prima di tutto i Cittadini, cui vanno orientate primariamente le scelte da farsi in questa fase.
In questo senso, ritengo utile evidenziare queste proporzioni: 30'000 cittadini, 110 dipendenti di cui 20 con P.O., per far capire quali siano i pesi delle priorità che Sindaci ed Amministratori devono darsi.
Quando poi l'Unione sarà a regime, la gestione unitaria di servizi e appalti garantirà i risparmi che i singoli Comuni non avrebbero potuto evidentemente avere.

Per avere un adeguata transizione, almeno nei primi 3 mesi del 2014, pur essendo trasferiti all'Unione, i dipendenti rimarranno dove sono, svolgeranno le mansioni che già svolgono nei comuni e avranno stipendio identico al 2013, indennità e p.o. comprese: in questi tre mesi sarà possibile definire la struttura amministrativa dell'Unione.
Con l'avvio dell'Unione, alcuni uffici o attività saranno gradualmente centralizzate e questo comporterà la predisposizione di alcuni spazi attrezzati: i contributi regionali di 107'000 + 47'000 € ci consentiranno di farvi fronte senza gravare sui conti comunali.

E qui interviene un altro punto fondamentale: questi contributi li abbiamo ottenuti perchè abbiamo rispettato una tempistica molto accelerata, a causa delle indecisioni di Stato e Regione ma che, grazie alla cooperazione dei Consigli Comunali, siamo riusciti a seguire, portando a casa il risultato.
Questo significa che, nonostante l'inevitabile tensione per dipendenti e Amministratori nel seguire quelle tempistiche e direttive, spesso carenti, la collaborazione e condivisione di un obbiettivo hanno consentito all'Unione di ottenere questi importanti contributi.
Quest'ultimo passaggio credo che rappresenti al meglio tutte le considerazioni fin qui fatte.
Sicuramente il quadro normativo ed i problemi quotidiani impediscono di avere le certezze che tutti noi vorremmo avere prima di dare definitivamente corpo a questa Unione, ma proprio le difficoltà ed i problemi che ogni giorno affrontiamo, specie come amministratori,  non possono che darci la necessaria forza per avviare un cambiamento che, prima o poi, voluto o subìto, arriverà.
Questa convinzione, almeno in me, viene rafforzata dal fatto che tutti i dipendenti avranno garantiti salario e inquadramento, che i Comuni continueranno ad esistere ed i Cittadini ad avere una loro rappresentanza locale: garanzie di assoluto livello, specialmente considerando la situazione delle imprese nel quadro socio-economico che riscontriamo ogni giorno.
Quindi, ritengo che l'Unione del Conselvano sia un progetto che con lungimiranza è partito 3 anni fa e che debba coerentemente essere portato avanti, anche se con le accelerazioni imposte dalla normativa, che oggi ci consente tuttavia ancora di gestirlo, mentre a breve potrebbe non esserlo più.
Ai Cittadini ed ai dipendenti comunali mi sento quindi di rispondere con queste considerazioni, che auspico essere condivise anche dai colleghi Sindaci e Consiglieri, con i quali è ora possibile dare contributi costruttivi ed orientati affinchè la prima forma, la buccia dell'Unione del Conselvano sia la più funzionale possibile.
Al contrario, se i contributi di tutti noi andassero in direzioni dispersive o contrarie, dovendo comuque essere avviata, l'organizzazione dell'Unione risulterà povera e controversa.
A noi Amministratori la scelta, ai Cittadini la valutazione del suo esito.

Il Sindaco di Candiana
Ing. Andrea De Marchi

venerdì 29 novembre 2013

IL COMUNE DI CANDIANA DIFFIDA IL GOVERNO ITALIANO

Il Comune di Candiana, nella seduta del Consiglio Comunale di ieri 28/11/2013, ha approvato all'unanimità il testo con il quale procedere a diffida nei confronti del Governo Italiano (in calce documento).
Da mesi, i vincoli finanziari e le riduzioni dei trasferimenti statali per i Comuni, specie se virtuosi, sono diventati insostenibili quanto scriteriati.
Lo Stato sta facendo morire le amministrazioni periferiche nell'illusione di salvare se stesso.
La proposta era già contenuta nell'ordine del giorno comunicato ai consiglieri il 23 Novembre ma, alla luce di quanto consumatosi -giusto ieri- nell'approvazione della legge di stabilità, l'iniziativa ha assunto carattere di emergenza ed è stata votata all'unanimità.
Riporto di seguito la relazione-dichiarazione con cui ho illustrato al consiglio comunale ed ai nostri Concittadini l'iniziativa.

La presente proposta di delibera intende sottoporre al Consiglio Comunale l’invio di una diffida formale al Governo Italiano, con la quale porre in evidenza la non più tollerabile politica economica posta in essere dall’Amministrazione Statale a danno degli enti locali, in particolar modo dei Comuni, specie se virtuosi.
Un danno che si concretizza attraverso due oramai consolidate modalità.
La penalizzazione burocratico-amministrativa, perpetrata tramite una ininterrotta serie di provvedimenti legali volti ad appesantire le attività dell’ente comunale che oramai ha raggiunto livelli tali da impedire sia l’ordinaria attività degli uffici che la proficua gestione da parte degli amministratori, regolarmente e direttamente eletti dai cittadini (nel caso dei Comuni). Uno per tutti, valga l’esempio del “patto di stabilita”.
La penalizzazione economico-finanziaria, perpetrata tramite una continua serie di tagli sui trasferimenti uniti ad una imposizione della tassazione locale le cui ipotesi di introito, puntualmente smentite dai dati a consuntivo, sono volte esclusivamente a giustificare i corrispondenti tagli ai trasferimenti, unico reale contributo alla sempre meno credibile quadratura dei conti dello Stato Centrale. Ne sia esempio lampante, la gestione dell’IMU e della TARES.
Queste modalità sono già di per sé sufficienti a rendere politicamente responsabile un Governo della attuale impossibilità per i Comuni di esercitare le funzioni costituzionalmente previste.
Un numero su tutti: dal Novembre 2011 ad oggi sono stati promulgati 36 provvedimenti sulle fiscalità comunali. Ciò corrisponde alla follia di un provvedimento ogni due mesi: molti di questi, se non tutti, hanno inciso infaustamente su scelte già programmate e finanziate con enorme fatica.
Ma a queste responsabilità del Governo, nascoste sotto l’egida “di necessità, virtù”, si è aggiunta quella dolosa di intraprendere, adesso, nel momento forse più delicato, scelte politiche incoerenti con la situazione socio-economica e che hanno oramai reso pressoché impossibile per i Comuni redigere i bilanci, rispettare il patto di stabilità, garantire i minimi servizi.
Per Candiana, comune di 2'500 abitanti, dal 2010 al 2012 i trasferimenti dello Stato sono passati da 638'000 €, a 570'000 €, a 486'000 €: significa una taglio di 152'000 € in due anni: oltre il 20%!
Nessuna realtà sopporta simili contraccolpi senza risultarne compromessa.
Dal 2009 ad oggi i dipendenti comunali sono passati da 12 a 9 con consistenti risparmi e riorganizzazione profonda.
Di fronte a simili sacrifici e capacità di reazione dei Comuni qual’é la contropartita che offre lo Stato?
Due risposte valgono su tutto: la sentenza della Corte costituzionale che dichiara illegittime le multe ai Comuni siciliani che hanno sforato il Patto di stabilità e, giusto oggi, la imposizione, nella legge di stabilità odierna, per i Comuni di farsi carico di metà dell’extra gettito che scaturisce dalle aliquote superiori a quelle base per l’IMU cancellata dallo Stato.
Siamo giunti, quindi, proprio oggi, alla ratifica dello scontro istituzionale tra Stato e Comuni, specie se virtuosi.
Anche in questa ottica, la nostra Amministrazione Comunale, mantenendo le aliquote IMU di base e tarando i bilanci di conseguenza, oltre a consentire la minor tassazione possibile per i cittadini e le imprese, evita di incorrere in questo ennesima pugnalata alla schiena dello Stato, ma a che prezzo?
Si aggiunga, non ultima, l’incapacità per il cittadino o l’impresa ad ottemperare, oltre che per i motivi socio economici noti a tutti, ai propri doveri di contribuente, dato che le più recenti non-scelte del Governo hanno reso impossibile il rispetto persino dei diritti sanciti dallo Statuto del Contribuente.
Abbiamo raggiunto un livello di sopruso che non può essere superato senza conseguenze e senza una presa di posizione netta!
Per questo motivo propongo al Consiglio Comunale di diffidare formalmente il Governo secondo il testo proposto in delibera.
Mi sia consentito, infine, di reagire con forza alle dichiarazioni che additano i Sindaci che resistono e non si dimettono come complici di questo sfacelo, o ignavi o responsabili di quanto avverrà sulle piazze.
Questo tipo di affermazioni, che ultimamente dilaga in tanti comunicati che mi sono indirizzati, non la consento! Ritengo, al contrario, che debba affermarsi la convinzione che, se non ci siamo Noi amministratori locali (gli unici realmente eletti!) a prenderci carico delle necessità dei nostri Concittadini, di certo non lo faranno i commissari prefettizi che ci sostituirebbero, rappresentanti -loro sì- del solo Stato.
Con la logica delle dimissioni dei Sindaci, l'intera compagine STATO-COMUNI finirebbe in mano a nominati, anziché ad eletti.
Loro rimarrebbero, noi andremmo a casa ed i cittadini sarebbero abbandonati anche della loro ultima difesa.
Confido pertanto che il Consiglio Comunale voglia approvare, il testo della diffida proposto in delibera, già approvato e condiviso da altri Comuni.

Ringrazio il Sindaco di Carceri per aver, per primo, approvato ed indicato questo tipo di iniziativa, confidando che altri Sindaci la condividano con noi e la promulghino.



DELIBERAZIONE DI CONSIGLIO COMUNALE DEL 28.11.2013 N. 36

OGGETTO: DIFFIDA A TUTELA DELL’AUTONOMIA ECONOMICO – FINANZIARIA E DELLA SICUREZZA DELL’ENTE LOCALE, NONCHÉ A PROTEZIONE DEGLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITÀ DEI CITTADINI.

PREMESSO CHE:

- l’art. 5 della Costituzione prevede che la Repubblica riconosce e promuove le Autonomie locali e adegua principi e metodi della sua legislazione alle esigenze dell’Autonomia;

- il Comune è l’Ente che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove e coordina lo sviluppo, ai sensi dell’articolo 3, del Testo Unico degli Enti Locali;

- l’autonomia impositiva e finanziaria è riconosciuta al Comune nell’ambito delle leggi di coordinamento della finanza pubblica, in coerenza ai dettami del citato articolo 3 del TUEL;

- la consistente e progressiva riduzione degli apporti economici conferiti dallo Stato alle Autonomie locali e i vincoli restrittivi imposti dalle norme in materia di Patto di Stabilità Interno precludono ai Comuni la possibilità giuridica e materiale di effettuare investimenti mirati a garantire il costante benessere della collettività secondo standard qualitativi minimi ed essenziali (LEP);

- le risorse a disposizione del Comune di CANDIANA conseguenti all’applicazione dei limiti e vincoli sopra indicati, unitamente alla controproducente logica finanziaria dettata dal patto di stabilità, rendono inadeguati gli importi disponibili per investimenti e manutenzioni e inutilizzabili le risorse eventualmente disponibili;

CONSIDERATO CHE:

- allo stato attuale, i trasferimenti erariali da parte dello Stato, in favore degli Enti locali, sono appena stati stanziati e definiti nella loro insufficiente consistenza, ostacolando i Comuni destinatari sia nell’approvazione dei bilanci di previsione (per gli enti che non l’hanno ancora approvato), sia nella verifica degli equilibri finanziari e del bilancio consuntivo (per gli enti che, come Candiana, erano riusciti comunque a dotarsi di bilancio di previsione pur di no bloccare l’attività politico-amministativa), nonché nell’attuazione delle previsioni programmatiche di mandato politico amministrativo.

- Allo stato attuale, alcuni dei tributi locali, in capo ai Comuni sono tutt’oggi da definire e comunque la loro definizione è stata rinviata ben oltre il limite ammissibile, anche contravvenendo a quanto previsto dallo Statuto del Contribuente, non mettendo in condizione i cittadini contribuenti di ottemperare ai propri obblighi, ammesso che la congiuntura economica glielo consenta.

- Il meccanismo con il quale il Governo concepisce, senza mai definirli in tempo utile, ipotesi di tributi e relativi introiti per i Comuni, in base alla stima dei quali, poi, definisce ad esclusiva Sua convenienza la corrispondente riduzione dei trasferimenti, risulta a totale scapito della economia e degli enti locali.

DATO ATTO CHE:

- dall’omessa quantificazione delle risorse da destinare agli Enti locali discende una situazione di grave e pregiudizievole incertezza che si riflette sull’efficiente e corretto modus procedendi a tutela dell’interesse pubblico di cui i Comuni sono enti esponenziali istituzionalmente preposti;

- in relazione ai diversi compiti in materia di tutela dell’ambiente, sicurezza e comunità, una volta investite le risorse disponibili non risulta consentito mantenere un adeguato livello di benessere generale, specie a fronte di situazioni contingenti e imprevedibili.

ATTESA la preoccupazione che l’anzidetto contesto economico – sociale suscita.

TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO

Con voti favorevoli all’unanimità dei consiglieri presenti e votanti:

DELIBERA

1) di inoltrare al presidente del Consiglio dei Ministri la seguente diffida:

DIFFIDA

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, quale rappresentante del Governo dello Stato Italiano, a garantire l’approvvigionamento delle risorse necessarie e utili alla predisposizione dei bilanci e degli strumenti di programmazione locale, anche al fine di fronteggiare efficacemente gli imprevisti, già solo legittimando l’utilizzo delle risorse depositate presso la tesoreria dello Stato.
Avverte che in caso di protratta inerzia la scrivente Amministrazione locale riterrà corresponsabile lo Stato Italiano per fatti cagionativi di danni a terzi a causa della oggettiva impossibilità di utilizzare le risorse sopra menzionate.
La presente diffida viene inoltrata via pec al Presidente del Consiglio dei Ministri e, per conoscenza, via fax al Presidente della Repubblica.

mercoledì 27 novembre 2013

CONSIGLIO COMUNALE 28/11/2013

Giovedi 28 Novembre 2013, ore 19.30:

http://www.comune.candiana.pd.it/convocazione-consiglio-comunale
  1. APPROVAZIONE VERBALI PRECEDENTE SEDUTA;
  2. RATIFICA DELIBERAZIONI DI G.C. N. 79 DEL 18.11.2013 VARIAZIONI D’URGENZA E STORNI AL BILANCIO DI PREVISIONE 2013;
  3. VARIAZIONI E ASSESTAMENTO GENERALE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2013.
  4. RINNOVO CONVENZIONE CON IL CST PER SERVIZI INFORMATICI;
  5. PROPOSTA TESTO DIFFIDA AL GOVERNO DELLO STATO ITALIANO A TUTELA DELL’AUTONOMIA ECONOMICO-FINANZIARIA E DELLASICUREZZA DELL’ENTE LOCALE, NONCHE’ A PROTEZIONE DEGLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITÁ DEI CITTADINI;
  6. DETERMINAZIONI IN ORDINE ALL’ AVVIO DI AZIONI DI RESPONSABILITA’ CIVILE IN VOTAZIONE ALLA ASSEMBLEA DEI SOCI DEL 30/11/2013 DI ATTIVA SPA;
  7. COMUNICAZIONI DEL SINDACO IN MERITO ALL'INIONE DEI COMUNI DEL CONSELVANO

venerdì 22 novembre 2013

NESSUNA PIU' - Incontro pubblico sul tema della violenza sulle donne



Sabato 23/11/2013
 Palestra comunale
Via Stradelle ~ Candiana (PD)
Incontro pubblico / ore 10.00 / ingresso libero

In occasione del 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (link1), l'Amministrazione Comunale organizza un incontro pubblico per discutere delle problematiche sulla violenza contro la donna, oramai di tragica attualità.
I due scrittori MATTEO STRUKUL e FRANCESCA BERTUZZI, autori del libro "NESSUNA PIU'" (link2), che da tempo si occupano dell'argomento, saranno condotti da FRANSCESCA VISENTIN, giornalista de Il Corriere del Veneto che nel suo blog “UOMINI E DONNE” tratta temi di attualità proprio di questo tipo.
La scelta dei due scrittori Strukul e Bertuzzi verte sulla necessità di proporre due personaggi pubblici, due testimonial positivi, uno maschile e uno femminile.
L’incontro sarà intervallato da due reading di BARBARA CODOGNO, estratti da racconti sempre degli scrittori STRUKUL (“PAROLE PER CODARDI”) e BERTUZZI (“DENTE PER DENTE”).
Ospite dell’incontro anche l’Associazione FERRIOLI BO di San Donà di Piave, che ha come missione la prevenzione della violenza e la protezione dei soggetti deboli da forme di maltrattamento e stalking.
Siete tutti invitati a questo importante ed interessante incontro.


lunedì 30 settembre 2013

VIGILE E VINCOLI

"Il vigile c'è, ma non si vede: che fine ha fatto?"
Questa domanda è più che giustificata e dare una risposta è importante, quanto difficile: spero di riuscirci in poche righe, perchè è complicato.
Il nostro Comune, dal 2010 ad oggi ha visto 2 dipendenti andare via con mobilità (uff.anagrafe e assist.somiciliare) e altri 2 dipendenti andare in pensione (veccho messo-vigile e uff.tributi). 
Solo il veccho vigile è stato sostituito con l'attuale vigile: siamo passati da 12 a 9 dipendenti.
Le altre 3 figure non sono state sostituite, ritenendo che i rimanenti dipendenti potessero farsi carico del relativo lavoro.
Questo è stato possibile con la collaborazione di buona parte di loro, anche se gli incentivi erano e sono tutt'ora piuttosto ridotti per imposizione della spending review (i risparmi senza criteri imposti dal Governo).
Dopo il pensionamento dell'ultimo dipendente (uff.tributi), per il comune è scattato l'obbligo di rimpiazzarlo entro il 2013, oltre non si può più sostituitre.
Questo vorrebbe dire che da 9 dipendenti arriveremmo a 8, che attualmente riteniamo insufficienti.
Siccome l'Amministrazione ha già fatto consistenti risparmi e razionalizzazioni, non è accettabile subire ulteriori riduzioni di organico, solo per vincoli temporali dettati dal Governo.
Siccome la figura del vigile ha però una deroga, rispetto a questi vincoli temporali, tramite "mobilità interna", l'attuale vigile ha ricoperto anche il ruolo del dipendente andato in pensione.
In questo modo abbiamo evitato tagli alla pianta organica da parte dello Stato.
Ovviamente, mentre si perfeziona l'arrivo di un nuovo vigile, l'attuale vigile deve coprire le attività dei due uffici e pertanto la sua attività all'esterno ne sta risentendo.
E' una situazione temporanea che entro fine anno finirà, sia per l'arrivo del nuovo vigile, sia per il probabile avvio della polizia locale dell'Unione del Conselvano: fino ad allora, sfrutteremo la convenzione con la Polizia Locale della Saccisica.


venerdì 27 settembre 2013

AL VIA IL CANTIERE PER I MARCIAPIEDI DI VIA BORGO.

Inizieranno a breve i lavori per la sistemazione dei marciapiedi di Via Borgo, che necessitano di un intervento sostanziale.
Il cantiere comincerà necessariamente dopo la Sagra Parrocchiale di S. Michele, dato che durante le chiusure di Via Roma, su Via Borgo si attua la deviazione del traffico ordinario, incompatibile con un cantiere stadale.
Ringraziamo i residenti per la paziente collaborazione che vorranno fornire durante gli inevitabili disagi del cantiere, che consentirà finalmente di sistemare i marciapiedi.
Un piccola parte dei lavori riguarda anche il completamento dell'asfaltatura di due tratti di Via Fossaragna, parzialmente asfaltata con i risparmi delle asfaltature 2011/2012 [*].
L'importo complessivo dei lavori è di € 130'000, di cui € 100'000 (pari all'80%) coperto da contributo regionale, già ottenuto.

Il Sindaco


[*]  CRONOLOGIA "ASFALTATURE"
1° cantiere asfaltature (2010): 100'000 € a completamento intervento 200'000 € della precedente Amministrazione, contributo Regione 60%.
2° cantiere asfaltature (2011/2012): importo € 250'000, con contributo 80% dalla Regione. In quell'occasione si è intervenuto estesamente su vie e tratti problematici (Settembre 2011, LINK) e poi, con i risparmi avuti (40'000 €), si sono fatti ulteriori interventi (piazza, porzione di Via Fossaragna, LINK) nell'estate 2012 .









sabato 10 agosto 2013

INIZIANO I LAVORI ALL'ECOCENTRO: progressiva chiusura estiva

CHIUSURA TEMPORANEA PER LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DELL’ECOCENTRO

Come riportato negli avvisi del 20 Luglio, sono iniziati i lavori di adeguamento e riqualificazione dell’Isola Ecologica-Ecocentro di via Fossaragna con la conseguente chiusura al pubblico dell’area interessata per circa 3 mesi (Settembre-Novembre). In particolare si avvisa la Cittadinanza che:

1. dal 29 Luglio al 26 Agosto sarà ancora possibile conferire all’Ecocentro solamente:
· carta
· ingombranti
· imballaggi di plastica

2. dal 26 Agosto non sarà più possibile alcun tipo di conferimento e l’area sarà ufficialmente CHIUSA per cantiere fino al termine dei lavori (presumibilmente Novembre p.v.).

3. Durante il periodo di chiusura é comunque sempre attivo il NUMERO VERDE 800.238.389 e per il servizio ritiro a domicilio di ingombranti non verranno addebitati all'utente i costi

L'intervento di 85'000 € è pressoché completamente finanziato da un contributo regionale di 60'000 € e da un contributo di 23'000 € del CVS che entrerà in possesso della porzione d'area attualmente ad accesso comune e che sarà sistemata per eliminarne la promiscuità.
Al termine dei lavori, l'area, già in parte sistemata per accogliere gli autobus che creavano problemi in Via Stradelle, vedrà riaprire l'ecocentro completamente sistemato e riqualificato per una maggiore fruibilità e una maggiore sicurezza.
Il momentaneo disagio è finalizzato al futuro miglioramento della struttura.
Ringraziamo i Cittadini per la paziente collaborazione.

venerdì 9 agosto 2013

EMERGENZA ACQUEDOTTO DEL 9-10Agosto 2013

La linea principale dell'acquesdotto presenta una rottura importante presso Angullara V.ta.
Buona parte del conselvano è senz'azqua.
La riparazione dovrebbe terminare verso le prime ore di questa notte.

Il Sindaco

mercoledì 24 luglio 2013

SINDACI SOLI / (NON TUTTI, MA QUANTI..)

Ieri, "la Sindaca" di Cardano al Campo LAURA PRATI è morta: uccisa.
Esprimo la nostra più sentita vicinanza alla sua famiglia ed ai suoi concittadini.
Personalmente, mi sento particolarmente coinvolto in questo episodio.
La notizia del suo ferimento, prima, e della sua morte, poi, ha definito i contorni di alcune riflessioni personali, che vorrei condividere.
I Sindaci sono in prima linea e provano a gestire situazioni difficilissime, su ogni fronte.
Si pensi allo Stato, che complica procedure, taglia risorse, pretende rigore fino all'eccesso, senza mai dare l'esempio e riservare a se stesso, prima che agli altri, questi sacrifici. Basterebbe applicare a tutte le amministrazioni pubbliche le stesse regole imposte ai Comuni che si avrebbe già una rivoluzione, senza inventarsi niente di nuovo (trasparenza, decadimento dopo assenze ingiustificate, massimo due mandati, incompatibilità, controllo a gomito sui dipendenti..). Chi di dovere, lo ignora, sapendolo: risibile appare in questo senso la proposta di una Commissione Parlamentare sulle intimidazione verso gli amministratori locali (link articolo): basterebbe che annullassero gli ultimi 3 anni di provvedimenti parlamentari che e la rabbia di cittadini ed amministratori locali potrebbe svanire d'incanto.
Si pensi infatti all'esposizione che ne consegue verso i cittadini, che vedono nell'Amministrazione Comunale (in particolar modo, nel Sindaco che la guida) il gabelliere o l'appendice di uno Stato vessatore e che non  sentono vicino, anzi (si pensi ai recenti fatti di Legnaro).
Il risultato è che il Sindaco e la sua Amministrazione, sono soli o quasi
E' un paradosso: persone elette e investite di un ruolo sancito costituzionalmente che non riescono a godere della fiducia ricevuta e del rispetto dovuto.
Ecco cosa uccide, prima, sul piano istituzionale e, poi, sul piano umano le persone come questo Sindaco: la dilagante inciviltà e la mancanza di rispetto, figlie anche di istituzioni poco serie, e che infine sfociano nel livore verbale e, nei casi più sciagurati, nell'aggressività materiale.
Basta vedere cosa era successo, proprio alla Sindaca Prati appena dopo la condanna in  primo grado di alcuni "suoi" dipendenti per truffa e peculato, solo qualche mese fa. L'Amministrazione aveva posizionato una videocamera sul parcheggio del municipio aperto al pubblico transito, a causa di un aggressione: infuriarono le polemiche con alcuni sindacati e dipendenti comunali, per il paventato pericolo che fossero spiati sul posto di lavoro. La Sindaca ha dovuto ulteriormente difendere le scelte fatte (articolo 22-11-2012), nonostante i chiarimenti già dati alle RSU in sede ufficiale. Quindi, dopo aver dovuto affrontare l'assenteismo di alcuni dipendenti, si è poi dovuta difendere dagli attacchi di altri colleghi su una questione francamente pretestuosa. Oppure, si legga quando la Prati era Assessore, nel 2009, con che livelli di polemica ha dovuto confrontarsi per chiarire l'operato dell'Amministrazione e replicare al castello di diffamazione, disinformazione, accuse personali (articolo 24-09-2009) per un ampliamento della scuola materna.
Riporto tutto questo per dire cosa? Per dire che la Sindaca, che ora tutti piangono, dallo Stato, ai cittadini, ai dipendenti, prima che le sparassero, era già da tempo sola con i suoi amministratori, ignorata dalle istituzioni (non tutte, ma quante..), insultata da cittadini e talvolta loro rappresentanti (non tutti, ma quanti..) e osteggiata dai dipendenti comunali (non tutti, ma quanti..).
Ritengo che davanti a questo evento, sia doveroso riflettere non tanto sul gesto estremo, ma sul contesto in cui esso matura ed infine si scatena, contesto così simile a tante nostre realtà.
Sindaci ed amministratori locali possono essere criticati, possibilmente con contro-proposte, ma non possono essere ridotti a bersagli o sputacchiere.
Laura Prati, la vittima di oggi, per mesi, anni, è stata dipinta come il carnefice, con i toni che oramai imperversano sui quotidiani, sui social network, nelle strade, al bar.. 
Lo avevo scritto qui, giusto qualche mese fa (link al post), riferendomi ad alcuni particolari eventi verificatesi nel nostro Comune dopo una decisa presa di posizione della nostra Amministrazione sul fronte dei dipendenti. Sono stati mesi di falsità e mortificazione, ma il tempo (solo quello, purtroppo) ha reso giustizia a quella nostra battaglia ed i Cittadini hanno infine compreso (non tutti, ma quanti..).
Ora, affinchè questa tragica notizia non sia vissuta come semplice cronaca, invito chi mi ha cortesemente seguito in questi passaggi a riflettere sulle analogie che questo triste scorcio di vita locale ha con tanti episodi che riguardano le nostre comunità, sfiancate da contrapposizioni e polemiche infinite, cariche di immotivato e spropositato livore.
La morte della Sindaca Laura Prati è la peggiore combinazione di queste abberrazioni, contro le quali ognuno di noi deve opporsi: in questa lotta contano soprattutto  i "modi" con cui la si conduce.
La memoria ed il buon senso, non molto altro, basterebbero a trovare strade e convivenze diverse perché, alla fine, il "tutti-contro-tutti" sta unendo al declino economico la miseria umana.
Per concludere, vorrei che il vuoto lasciato da questo Sindaco nelle vite dei propri cittadini, fosse di monito a chi continua a svilirne il ruolo con il proprio operato, che sia quello di pessimo amministratore, di pessimo legislatore, di pessimo dipendente, di calunniatore o latore di minacce.
Certamente, sento che sarà di sprono per tutti coloro chi continuano ad impegnarsi con capacità ed onestà per il buon amministrare, per il bene comune, finchè gli sarà dato di farlo.
Se posso permettermi, infine: Buon Viaggio, cara Sindaca.

un Sindaco


mercoledì 3 luglio 2013

TEATRO IN CORTE 2013 - "SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE"

Anche quest'anno, la rassegna teatrale "TEATRO IN CORTE" (programma PDF) arriva a Candiana, portando nuovamente uno spettacolo teatrale di livello, come il programma coordinato dalla ACCADEMIA DEL TEATRO IN LINGUA VENETA ci ha oramai ben abituato.
La compagnia teatrale è la stessa che l'anno scorso, con " L'AVARO IN BLUES" ci ha deliziato, grazie anche alla cornice di VILLA GARZONI del SANSOVINO che, grazie alla consueta disponibilità della famiglia CARRARETTO, continua a fare da quinta alle principali manifestazioni promosse dall'Amministrazione Comunale.
Ringraziamo l'Assessore Provinciale Leandro Comacchio che in questi anni ha saputo fare di questa rassegna un riferimento culturale per il nostro territorio.




CANDIANA - PONTECASALE  (Padova)
Villa Garzoni Carraretto
Venerdì 5 luglio 2013 ore 21.00
ingresso unico 5€ (gratuito per ragazzi fino a 14 anni)

La Piccionaia – I Carrara / Teatro Stabile di Innovazione

 “SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE”  
di William Shakespeare

 

con Marco Artusi,  Eva Rossella Biolo, Pierangelo Bordignon,
Francesca Botti, Matteo Cremon,  Gianluigi (Igi) Meggiorin, Beatrice Niero

 Regia di Ketti Grunchi e Carlo Presotto


In caso di pioggia nella barchessa della Villa

Un gruppo di sette artisti eccentrici, ognuno con il suo particolare sapere scenico, intraprende un viaggio nella magia di una tra le grandi macchine teatrali shakespeariane, “Sogno di una notte di mezza estate”.

I preparativi per le nozze di Teseo ed Ippolita sono turbati dai contrasti tra i quattro innamorati Lisandro, Ermia, Demetrio ed Elena, le cui inclinazioni non corrispondono ai matrimoni cui sono destinati.
Nel frattempo una improbabile compagnia di dilettanti sta preparando una commedia da presentare come omaggio alle nozze dei nobili Teseo ed Ippolita.
I contrasti tra gli amanti e la ricerca di tranquillità per le prove degli attori portano tutti i protagonisti a darsi appuntamento nel bosco al limite della città.
Ma si tratta di un bosco incantato dove i contrasti tra il re degli elfi e la regina delle fate provocano un turbine di apparizioni e sorprese in una notte in cui nessuno riconosce più se stesso.
Tra comici equivoci e magiche sorprese la notte trascorre come un sogno, al termine del quale sarà difficile distinguere le visioni dalla realtà.
Un grande racconto fantastico sulla realtà e l'illusione, in cui la leggerezza del gioco apre inaspettati squarci di verità attraverso i quali gli spettatori possono riflettersi nei personaggi.

Lo spettacolo rappresenta un’ assoluta novità all'interno del progetto artistico de La Piccionaia.
L'esperienza di lavoro con i giovani attori di Ketti Grunchi e quella di Carlo Presotto si incontrano con un gruppo di artisti assolutamente inedito, per aprire una nuova fase nella storia di teatro popolare d'arte della compagnia.
Artisti di strada, clowns, musicisti, danzatori e narratori, abituati a tenere il palcoscenico nelle situazioni più disparate, si ritrovano a costruire un mosaico di stili diversi, un vero e proprio varietà teatrale di cui lo spettatore, adulto o bambino, esperto o neofita, diventa l'ospite privilegiato.

venerdì 28 giugno 2013

SERATA PER LA LEGALITA', UN BEL RICORDO

Una settimana fa si é tenuta la serata UN CALCIO ALL'ILLEGALITA', organizzata dall'Amministrazione Comunale in collaborazione con la FONDAZIONE ANTONINO CAPONNETTO che, insieme all'Ass.re VALENTINA GREGGIO, sta programmando delle attività nelle nostre scuole.
E' stata una di quelle occasioni in cui, ritengo, che la nostra Comunità abbia condiviso un momento di forte partecipazione ed informazione, uscendone cresciuta e un po' più consapevole su un tema così impegnativo quanto sfuggente.
Ringrazio pertanto in maniera speciale la referente regionale della Fondazione FELICETTA SERPICO per l'impegno profuso nella riuscita della serata: senza di lei sarebbe mancato l'indispensabile coordinamento di rete che invece ha consentito la presenza di così tanti ospiti e contributi di spessore.
E' per questo che ritengo doveroso fissare e trasmettere almeno una piccola parte dei contributi di storie, notizie ed emozioni che abbiamo ricevuto con tanta passione e generosità dai nostri ospiti.
E' stata una serata intensa, pensata per scuoterci e per acquisire un po' più di consapevolezza.
Abbiamo sentito testimonianze di persone che, ogni giorno, si interessano di mafia e la combattono, su vari fronti, perché la mafia si insinua e si manifesta in tanti modi.
Abbiamo riscostruito e collegato alcuni degli eventi che in quegli anni ('80-'90) hanno cambiato la storia della nostra nazione.
Dico "cambiato" perché, proprio quando il MAXI PROCESSO alla mafia, spiegatoci con sintetica efficacia da DIEGO BILOTTA (responsabile scuola della FONDAZIONE ANTONINO CAPONNETTO), diede la rotta per la prima vera lotta alla mafia, si susseguirono tragici eventi e scelte politiche che ne deviarono e stroncarono lo slancio.
E' bastato infatti ricordare la "non nomina" di GIOVANNI FALCONE alla guida del POOL, creato e condotto dal Giudice ANTONINO CAPONNETTO (che lo lasciò, proprio pensando che Falcone avrebbe continuato il suo lavoro dopo il maxi processo), seguita dall'isolamento in cui Falcone stesso fu lentamente lasciato, fino al momento
del successivo attentato in cui perse la vita insieme alla moglie e ad alcuni agenti della scorta,
Tra i sopravvissuti alla strage di Capaci era presente alla serata ANGELO CORBO, agente della scorta di Falcone, la cui commovente testimonianza ci ha fatto capire cosa significasse a quel tempo proteggere chi, per la prima volta, stava riuscendo a combattere il sistema mafioso. Angelo ci ha anche fatto capire come la mafia lo abbia quasi ucciso tre volte, come agente di polizia che ha visto il proprio protetto ed i colleghi soccombere, come vittima e come cittadino che vede quei sacrifici calpestati e dimenticati dall'inerzia e dall'incapacità degli anni a seguire. Ci ha commosso il suo raccontarci quel senso di colpa che per tanti anni lo ha tenuto lontano da momenti pubblici e, anche se noi presenti non siamo riusciti a farglielo sentire fisicamente, un grande abbraccio collettivo gli si é stretto intorno perché tutti abbiamo pensato: "noi ci ricordiamo e ti ringraziamo, Angelo!".
 Ora, per fortuna, Angelo Corbo ha trovato lo stimolo adeguato e fa parte delle persone che girano l'Italia provando a raccontare la lotta alla mafia, magari nelle sue estreme conseguenze, con la speranza di scuoterci dal torpore in cui rishciamo ogni giorno di sprofondare.

Ci siamo ricordati anche dei tanti colleghi di Angelo Corbo caduti in servizio, che il coro del Tribunale di Padova THE JUSTICE CHORUS ha voluto impersonare con dei monologhi curati da MARIA PIA CIANI, insegnante e preziosa conduttrice della serata, per poi associarli ad alcune parentesi di fiducia e di speranza, come solo la musica sa fare.
Sì, perché una lotta così dura, pur avendo dei momenti terribili, deve nustrirsi di speranza e di conoscenza, come ha testimoniato anche il magistrato Dott.ssa DOMANICA GAMBARDELLA, già collaboratrice di Falcone e oggi in forza al Tribunale di Padova.
Abbiamo capito come anche un ambiente sportivo come il calcio, pure a livelli dilettantistici, può diventare, oltre al consueto sistema di riciclaggio tramite le scommesse pilotate, anche un subdolo strumento di controllo sulle famiglie degli aspiranti giovani calciatori, cui la mafia guarda con attenzione nel suo continuo proporsi come "soluzione" ai problemi socio-economici. Nel presentare il suo libro CALCIO CRIMINALE, in collegamento telefonico, il giornalista e coordinatore di AVVISO PUBBLICO PIERPAOLO ROMANI ci ha ben spiegato questa logica subdola. La mafia cerca modi per controllare le persone e le aziende: l'aspetto economico é secondario per il mafioso, ne é una logica conseguenza, ma non é il suo primario obbiettivo.
Prima di tutto, per la mafia, viene il controllo del territorio. Ed ecco perché la sua tendenza é quella di cercare nuovi territori, come aveva scoperto il Giudice PAOLO BORSELLINO in Germania, già nei primi anni '90, poco prima di essere ucciso con la sua scorta nella strage di Via d'Amelio.
La mafia propone false scorciatoie, che poi ineluttabilmente portano alla schiavitù, alla dipendenza economico-sociale o alla delunquenza. Per farlo, la mafia usa strumenti all'avanguardia, gestisce le immense quantità di denaro per riutilizzarle nell'aumentare il proprio controllo sul territorio, schiavizzandolo.
DARIO MEINI, nipote del giudice CAPONNETTO e attivista della omonima Fondazione, nonché giovane studente di giurisprudenza, ce l'ha spiegato bene. Ci ha trasmesso con tutto il suo entusiasmo il desiderio di affrancarsi dal male mafioso e di lottare per la propria libertà, quella libertà di cui lui si é sentito privato per tanti anni, da ragazzetto, quando la sua famiglia subiva i ritmi e le privazioni della vita sotto scorta. Una sensazione di non libertà, di fatalità imminente, che poi, con la conoscenza acquisita grazie al nonno giudice ed agli studi, ha utilizzato per convertire la frustrazione e la rabbia in voglia di combattere e desiderio di libertà, che é vita. Per questo il suo impegno è ora dedicato al trasmettere la sua conoscenza agli altri, in modo che la consapevolezza diventi strumento di libertà e di lotta. Un intervento veramente toccante.
Come del resto fa l'Associazione LIBERA, i cui rappresentanti della SEZIONE GIOVANI di Padova erano presenti per raccontarci i risvolti pratici della lotta alla mafia nel quotidiano del nostro territorio, affatto vergine dalla penetrazione mafiosa. Infatti, l'associazione di padova si appresta ad utilizzare la villa di Felice "Felicetto" Maniero a Campolongo Maggiore, confiscato in seguito alle indagini ed ai processi degli anni '90 alla mala del Brenta..
LIBERA Padova ci ha anche invitato a partecipare alla 1^ FESTA LIBERA VENETO di Vicenza, dal 25 al 30 Giugno. Azioni concrete contro la mafia: un finale fresco e positivo che abbiamo molto apprezzato.
Personalmente, mi ha colpito l'espressione di "presidio" usata dalla giovane presidentessa di LIBERA PADOVA: questi ragazzi non erano nemmeno nati quando Falcone e Borsellino furono uccisi, eppure si sentono in trincea, sentono di dover combattere una guerra.
Nella mia chiosa, anche se ho inizialmente affermato "dannato il tempo che passa e questa nostra memoria corta", ho voluto trasmettere a tutti gli ospiti la più profonda gratitudine per quanto è stato entusiasmante sentire e conoscere una rete immensa di persone che si muove, condivide informazioni (oltre che ricordi) e che ogni giorno si oppone alla mafia, con azioni concrete, facendosi sentire.
Il modo migliore per rappresentare la sensazione finale con cui siamo tornati a casa credo sia quello di riportare la commovente poesia che DARIO MEINI ha fatto leggere ad un ragazzo, a simboleggiare cosa significhi l'impegno civile in una battaglia come quella contro la mafia.
Grazie di cuore a tutti.



Conosco delle barche (di Jacques Brel)

Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.

Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.

Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.

Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.

Conosco delle barche che si graffiano un po'
sulle rotte dell'oceano ove le porta il loro gioco.

Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.

Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.

Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.






























Elezioni Comunali 25 Maggio 2014