venerdì 13 dicembre 2013

UNIONE DEL CONSELVANO: perchè SI', perchè ADESSO.

Lettera aperta ai Cittadini ed ai colleghi Amministratori del Conselvano

Cari Concittadini e colleghi Amministratori del Conselvano,
con questo intervento vorrei condividere alcune riflessioni che mi portano a ritenere con grande convinzione che l'Unione dei Comuni del Conselvano debba iniziare a camminare con le sue gambe, adesso.
Dopo la nascita ed il timido avvio delle prime funzioni nei mesi scorsi, in queste settimane si sottoporranno ai Comuni ed infine al Consiglio dell'Unione l'approvazione del trasferimento di tutte le funzioni e di tutti i dipendenti comunali.
Sono più di tre anni che i Comuni del Conselvano, prima con lo studio di fattibilità, poi con le prime deliberazioni comunali, hanno avviato questo percorso: quindi, la base su cui questo progetto si sta concretizzando è innanzitutto una volontà dei Comuni espressa, secondo me, con lungimiranza.
Solo in un secondo e recente tempo (governo Monti) si è aggiunto, purtroppo, l'obbligo per i comuni sotto i 5'000 abitanti di esercitare tutte le funzioni in forma associata dal 1° Gennaio 2014 (rimandato dalla legge di stabilità di qualche giorno fa al 1° Luglio 2014, poco cambia).
Le funzioni associate possono essere svolte, oltre che attraverso una unione, anche attraverso la fusione dei comuni o le convenzioni tra comuni.
La fusione tra Comuni implica che i comuni e le relative Amministrazioni di origine spariscono, per dare vita in via definitiva ad un nuovo unico ente: di più municipi ce ne sarà uno, unico sarà il sindaco e così via. Non c'è transizione, non c'è gradualità e, non a caso, questo percorso richiede un referendum. Con la fusione, le identità attuali spariscono: non è stato pertanto considerato attualmente perseguibile per i nostri comuni (fatto salvo che può sempre essere indetto), anche perchè definitivo ed irreversibile.
C'è da considerare anche che in caso di bocciatura, bisognerebbe essere pronti con la soluzione alternativa per gestire le funzioni in forma associata: o unione o convenzioni.
Le convenzioni tra Comuni hanno invece il problema opposto: la dispersione. Per ogni funzione da gestire insieme, si deve trovare almeno un altro Comune con cui farlo. Siccome per ogni funzione vi sono situazioni di esigenze, di dipendenti, di territori diversi da comune a comune, è ovvio che per ogni funzione sarà possibile trovare verosimilmente un Comune o gruppo di Comuni diverso. Questo significa, ad esempio, che i vigili sarebbero gestiti insieme ad un Comune o gruppo di Comuni, ma le mense scolastiche con un altro, così come i lavori pubblici e così via. Questo significherebbe la paralisi politico-amministrativa. C'è poi il problema della instabilità delle convenzioni che, essendo accordi facilmente recessibili, possono improvvisamente essere abbandonati o interrotti a seconda dei vantaggi o delle dinamiche politiche (cambio amministrazione, equilibri territoriali, ecc): molti comuni che in questi mesi hanno sperimentato le convenzioni per le prime funzioni associate hanno patito questi problemi, che spesso causano anche improvvisi costi inattesi (se uno dei Comuni recede, il costo della funzione rimane in carico ai rimanenti).
Se si obbietta che i Comuni del Conselvano sono sufficientemente omogenei e che quindi le convenzioni per tutte le funzioni avrebbero lo stesso gruppo di comuni a condividerle, si sta esattamente dicendo che l'Unione del Conselvano ha motivo di esistere.
Inoltre, l'Unione ha il pregio di non cancellare i Comuni di origine che, anzi, si confrontano e coordinano attraverso i suoi organismi: la Giunta dei Sindaci ed il Consiglio dell'Unione.
L'Unione, pertanto, può dare essenzialità e stabilità alla gestione delle funzioni associate, attraverso una rappresentanza del territorio che non vede cancellate le singole identità ed Amministrazioni Comunali, che possono continuare a svolgere il luoro ruolo di rappresentanza delle relative realtà territoriali.
Credo che, per le condizioni date, questa connotazione dimostri come l'Unione del Conselvano sia per i nostri Comuni la risposta migliore tra quelle possibili (quelle impossibili, le lascio a chi non ha la responsabilità di amministrare).
Ne sia conferma l'adesione di Bovolenta, che aveva sperimentato convenzioni di funzione.
Ne sia conferma anche il fatto che le fusioni stanno interessando solamente situazioni di Comuni importanti che annettono Comuni frazione/satellite (Este con Ospedaletto, Monselice con limitrofi, Piove di Sacco con limitrofi).
Su questo aspetto, faccio notare che lo Statuto prevede un funzionamento per Giunta e Consiglio dell'Unione tali per cui ogni comune conta come gli altri: questo per dimostrare che l'Unione non corrisponde ad una annessione dei comuni piccoli a Conselve.
Vero è anche che per organizzare funzioni associate per i servizi ad un numero maggiore di cittadini serve una struttura che, se viene plasmata a partire da una più robusta, risulta più efficace: senza Conselve, nessuno di noi altri Comuni minori saremmo riusciti a far partire una Unione tra di noi, per la difficoltà di competenze e risorse umane che comportava l'avvio.
Quindi, dato l'obbligo di esercitare le funzioni in forma associata entro il 2014, essendoci alla base una precisa volontà politica cindivisa già espressa nel percorso iniziato nel 2009, non essendoci alternative percorribili, perchè osteggiare questa evoluzione?
Personalmente, ritengo che l'Unione del Conselvano è bene che parta, e subito!
Ritengo inoltre, sia come Sindaco che come Cittadino, che anche le Amministrazioni locali debbano dare il loro contributo nella riforma dello Stato. Sicuramente fino ad oggi ai Comuni è stato chiesto moltissimo, fin troppo, soprattutto in termini economici, ma se c'è una evoluzione amministrativa che ha senso fare, è questa.
Molti Cittadini chiedono il perchè di questa volontà e, di fronte a queste argomentazioni, dimostrano per lo più approvazione e fiducia, se pur con le preoccupazioni di carattere quotidiano che inevitabilmente sorgono ("dove dovrò andare per avere questo o quel servizio?").
Queste preoccupazioni le abbiamo ben presenti per primi noi Amministratori, e sappiamo che la fase iniziale sarà difficile e che saranno necessari tanti rodaggi ed aggiustamenti. Però, la sfida è iniziare qualcosa che, nel giro di 3-5 anni ci porti a diventare un soggetto multicomunale con un governo coordinato tra entità locali collaudate come i Comuni, senza farli sparire in uno solo o farli litigare in millanta convenzioni.
Parlo di un soggetto di 30'000 abitanti con una Giunta di Sindaci ed un Consiglio di Consiglieri che, insieme, decidono come gestire le funzioni in base al loro radicamento comunale.

Credo che questa visione non possa essere definita una "farsa", come è stato irresponsabilmente detto.
Non mi pare che una società ed un mondo intero che sono in piena rivoluzione siano una farsa: questo scenario impone che un cambiamento radicale o lo gestisci, o lo subisci (la Regione ha ben chiarto il concetto).C'è veramente ancora qualche amministratore che pensa che si possa andare avanti così, aspettando momenti e soluzioni migliori (che non verranno)?
Presto, potrebbe arrivare una imposizione statale o regionale a decidere come fondere o unire i comuni, calandola dall'alto. E credo che la cosa peggiore sarebbe trovarsi uniti tra comuni che non si sono scelti.
Ritengo pertanto sbagliato rimandare la nostra necessaria riorganizzazione amministrativa, specie se il rinvio è quello dei sei mesi approvato qualche giorno fa.
Con l'Unione, i Comuni di Agna, Arre, Candiana, Conselve, Bagnoli di Sopra, Bovolenta, Terrassa Padovana continueranno ad esistere, avranno il loro Sindaco ed i loro Consiglieri che per le varie tematiche si coordineranno e faranno sintesi nella Giunta o nel Consiglio dell'Unione, per dare ai propri Cittadini servizi riorganizzati ma comunque tarati sulle specificità.
Naturalmente, sia chiaro che gli Amministratori (Sindaci e Consiglieri Comunali) che fanno parte di Giunta e Consiglio dell'Unione non percepiscono alcuna indennità nè alcun gettone: non costano nulla, per legge.
L'Unione, quindi, si prefigura principalmente come una riorganizzazione dei dipendenti e dei servizi, non intaccando le identità e le rappresentanze dei Comuni.
I Comuni, trasferiscono i propri dipendenti all'Unione, che li impiega per gestire i servizi di sempre, solo in forma più organizzata, più specialistica.
Si pensi a cosa (non) possono fare i singoli Comuni con il loro singolo vigile o singolo assistente sociale, rispetto a quello che potrà fare un corpo di polizia locale dell'Unione, dotato di mezzi, strumenti e turni strutturati o il gruppo di professionisti che aiuteranno le amministrazioni nelle sempre più frequenti e complesse emergenze sociali.
I pregi dell'Unione hanno ovviamente un prezzo rispetto, ad esempio, alla fusione: l'Unione è un soggetto che si aggiunge ai Comuni, e che ha bisogno di figure di controllo per legge (una terna di revisori, un segretario). Questi, sono costi che prima non c'erano e che il Legislatore non ha considerato nella legge, ma che ci saranno. La linea sottintesa è che deve essere la riorganizzazione a generare il risparmio.
Ed è proprio qui che acquisisce un ruolo fondamentale la riorganizzazione del personale, anche al fine del contenimento dei costi.
Attualmente, i dipendenti  dei comuni dell'unione sono circa 110, dei quali 20 hanno assegnata una posizione organizzativa (la cosiddetta P.O.) per lo svolgimento di funzioni di direzione (incarico assegnabile e revocabile con piena facoltà dell'Amministrazione, costo 5'000-12'000 € lordi/anno).
Fatto salvo che tutti gli inquadramenti ed i contratti dei dipendenti saranno confermati nel trasferimento all'Unione, le uniche variazioni riguarderanno l'importo delle indennità (nel totale invariato, ma uniformato nelle voci) ed il numero inferiore di P.O. che saranno necessarie in una struttura unificata.
Da questa prima riorganizzazione, ad esempio, arriveranno i primi risparmi: questo si aspettano, prima di tutto i Cittadini, cui vanno orientate primariamente le scelte da farsi in questa fase.
In questo senso, ritengo utile evidenziare queste proporzioni: 30'000 cittadini, 110 dipendenti di cui 20 con P.O., per far capire quali siano i pesi delle priorità che Sindaci ed Amministratori devono darsi.
Quando poi l'Unione sarà a regime, la gestione unitaria di servizi e appalti garantirà i risparmi che i singoli Comuni non avrebbero potuto evidentemente avere.

Per avere un adeguata transizione, almeno nei primi 3 mesi del 2014, pur essendo trasferiti all'Unione, i dipendenti rimarranno dove sono, svolgeranno le mansioni che già svolgono nei comuni e avranno stipendio identico al 2013, indennità e p.o. comprese: in questi tre mesi sarà possibile definire la struttura amministrativa dell'Unione.
Con l'avvio dell'Unione, alcuni uffici o attività saranno gradualmente centralizzate e questo comporterà la predisposizione di alcuni spazi attrezzati: i contributi regionali di 107'000 + 47'000 € ci consentiranno di farvi fronte senza gravare sui conti comunali.

E qui interviene un altro punto fondamentale: questi contributi li abbiamo ottenuti perchè abbiamo rispettato una tempistica molto accelerata, a causa delle indecisioni di Stato e Regione ma che, grazie alla cooperazione dei Consigli Comunali, siamo riusciti a seguire, portando a casa il risultato.
Questo significa che, nonostante l'inevitabile tensione per dipendenti e Amministratori nel seguire quelle tempistiche e direttive, spesso carenti, la collaborazione e condivisione di un obbiettivo hanno consentito all'Unione di ottenere questi importanti contributi.
Quest'ultimo passaggio credo che rappresenti al meglio tutte le considerazioni fin qui fatte.
Sicuramente il quadro normativo ed i problemi quotidiani impediscono di avere le certezze che tutti noi vorremmo avere prima di dare definitivamente corpo a questa Unione, ma proprio le difficoltà ed i problemi che ogni giorno affrontiamo, specie come amministratori,  non possono che darci la necessaria forza per avviare un cambiamento che, prima o poi, voluto o subìto, arriverà.
Questa convinzione, almeno in me, viene rafforzata dal fatto che tutti i dipendenti avranno garantiti salario e inquadramento, che i Comuni continueranno ad esistere ed i Cittadini ad avere una loro rappresentanza locale: garanzie di assoluto livello, specialmente considerando la situazione delle imprese nel quadro socio-economico che riscontriamo ogni giorno.
Quindi, ritengo che l'Unione del Conselvano sia un progetto che con lungimiranza è partito 3 anni fa e che debba coerentemente essere portato avanti, anche se con le accelerazioni imposte dalla normativa, che oggi ci consente tuttavia ancora di gestirlo, mentre a breve potrebbe non esserlo più.
Ai Cittadini ed ai dipendenti comunali mi sento quindi di rispondere con queste considerazioni, che auspico essere condivise anche dai colleghi Sindaci e Consiglieri, con i quali è ora possibile dare contributi costruttivi ed orientati affinchè la prima forma, la buccia dell'Unione del Conselvano sia la più funzionale possibile.
Al contrario, se i contributi di tutti noi andassero in direzioni dispersive o contrarie, dovendo comuque essere avviata, l'organizzazione dell'Unione risulterà povera e controversa.
A noi Amministratori la scelta, ai Cittadini la valutazione del suo esito.

Il Sindaco di Candiana
Ing. Andrea De Marchi

Elezioni Comunali 25 Maggio 2014