venerdì 29 novembre 2013

IL COMUNE DI CANDIANA DIFFIDA IL GOVERNO ITALIANO

Il Comune di Candiana, nella seduta del Consiglio Comunale di ieri 28/11/2013, ha approvato all'unanimità il testo con il quale procedere a diffida nei confronti del Governo Italiano (in calce documento).
Da mesi, i vincoli finanziari e le riduzioni dei trasferimenti statali per i Comuni, specie se virtuosi, sono diventati insostenibili quanto scriteriati.
Lo Stato sta facendo morire le amministrazioni periferiche nell'illusione di salvare se stesso.
La proposta era già contenuta nell'ordine del giorno comunicato ai consiglieri il 23 Novembre ma, alla luce di quanto consumatosi -giusto ieri- nell'approvazione della legge di stabilità, l'iniziativa ha assunto carattere di emergenza ed è stata votata all'unanimità.
Riporto di seguito la relazione-dichiarazione con cui ho illustrato al consiglio comunale ed ai nostri Concittadini l'iniziativa.

La presente proposta di delibera intende sottoporre al Consiglio Comunale l’invio di una diffida formale al Governo Italiano, con la quale porre in evidenza la non più tollerabile politica economica posta in essere dall’Amministrazione Statale a danno degli enti locali, in particolar modo dei Comuni, specie se virtuosi.
Un danno che si concretizza attraverso due oramai consolidate modalità.
La penalizzazione burocratico-amministrativa, perpetrata tramite una ininterrotta serie di provvedimenti legali volti ad appesantire le attività dell’ente comunale che oramai ha raggiunto livelli tali da impedire sia l’ordinaria attività degli uffici che la proficua gestione da parte degli amministratori, regolarmente e direttamente eletti dai cittadini (nel caso dei Comuni). Uno per tutti, valga l’esempio del “patto di stabilita”.
La penalizzazione economico-finanziaria, perpetrata tramite una continua serie di tagli sui trasferimenti uniti ad una imposizione della tassazione locale le cui ipotesi di introito, puntualmente smentite dai dati a consuntivo, sono volte esclusivamente a giustificare i corrispondenti tagli ai trasferimenti, unico reale contributo alla sempre meno credibile quadratura dei conti dello Stato Centrale. Ne sia esempio lampante, la gestione dell’IMU e della TARES.
Queste modalità sono già di per sé sufficienti a rendere politicamente responsabile un Governo della attuale impossibilità per i Comuni di esercitare le funzioni costituzionalmente previste.
Un numero su tutti: dal Novembre 2011 ad oggi sono stati promulgati 36 provvedimenti sulle fiscalità comunali. Ciò corrisponde alla follia di un provvedimento ogni due mesi: molti di questi, se non tutti, hanno inciso infaustamente su scelte già programmate e finanziate con enorme fatica.
Ma a queste responsabilità del Governo, nascoste sotto l’egida “di necessità, virtù”, si è aggiunta quella dolosa di intraprendere, adesso, nel momento forse più delicato, scelte politiche incoerenti con la situazione socio-economica e che hanno oramai reso pressoché impossibile per i Comuni redigere i bilanci, rispettare il patto di stabilità, garantire i minimi servizi.
Per Candiana, comune di 2'500 abitanti, dal 2010 al 2012 i trasferimenti dello Stato sono passati da 638'000 €, a 570'000 €, a 486'000 €: significa una taglio di 152'000 € in due anni: oltre il 20%!
Nessuna realtà sopporta simili contraccolpi senza risultarne compromessa.
Dal 2009 ad oggi i dipendenti comunali sono passati da 12 a 9 con consistenti risparmi e riorganizzazione profonda.
Di fronte a simili sacrifici e capacità di reazione dei Comuni qual’é la contropartita che offre lo Stato?
Due risposte valgono su tutto: la sentenza della Corte costituzionale che dichiara illegittime le multe ai Comuni siciliani che hanno sforato il Patto di stabilità e, giusto oggi, la imposizione, nella legge di stabilità odierna, per i Comuni di farsi carico di metà dell’extra gettito che scaturisce dalle aliquote superiori a quelle base per l’IMU cancellata dallo Stato.
Siamo giunti, quindi, proprio oggi, alla ratifica dello scontro istituzionale tra Stato e Comuni, specie se virtuosi.
Anche in questa ottica, la nostra Amministrazione Comunale, mantenendo le aliquote IMU di base e tarando i bilanci di conseguenza, oltre a consentire la minor tassazione possibile per i cittadini e le imprese, evita di incorrere in questo ennesima pugnalata alla schiena dello Stato, ma a che prezzo?
Si aggiunga, non ultima, l’incapacità per il cittadino o l’impresa ad ottemperare, oltre che per i motivi socio economici noti a tutti, ai propri doveri di contribuente, dato che le più recenti non-scelte del Governo hanno reso impossibile il rispetto persino dei diritti sanciti dallo Statuto del Contribuente.
Abbiamo raggiunto un livello di sopruso che non può essere superato senza conseguenze e senza una presa di posizione netta!
Per questo motivo propongo al Consiglio Comunale di diffidare formalmente il Governo secondo il testo proposto in delibera.
Mi sia consentito, infine, di reagire con forza alle dichiarazioni che additano i Sindaci che resistono e non si dimettono come complici di questo sfacelo, o ignavi o responsabili di quanto avverrà sulle piazze.
Questo tipo di affermazioni, che ultimamente dilaga in tanti comunicati che mi sono indirizzati, non la consento! Ritengo, al contrario, che debba affermarsi la convinzione che, se non ci siamo Noi amministratori locali (gli unici realmente eletti!) a prenderci carico delle necessità dei nostri Concittadini, di certo non lo faranno i commissari prefettizi che ci sostituirebbero, rappresentanti -loro sì- del solo Stato.
Con la logica delle dimissioni dei Sindaci, l'intera compagine STATO-COMUNI finirebbe in mano a nominati, anziché ad eletti.
Loro rimarrebbero, noi andremmo a casa ed i cittadini sarebbero abbandonati anche della loro ultima difesa.
Confido pertanto che il Consiglio Comunale voglia approvare, il testo della diffida proposto in delibera, già approvato e condiviso da altri Comuni.

Ringrazio il Sindaco di Carceri per aver, per primo, approvato ed indicato questo tipo di iniziativa, confidando che altri Sindaci la condividano con noi e la promulghino.



DELIBERAZIONE DI CONSIGLIO COMUNALE DEL 28.11.2013 N. 36

OGGETTO: DIFFIDA A TUTELA DELL’AUTONOMIA ECONOMICO – FINANZIARIA E DELLA SICUREZZA DELL’ENTE LOCALE, NONCHÉ A PROTEZIONE DEGLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITÀ DEI CITTADINI.

PREMESSO CHE:

- l’art. 5 della Costituzione prevede che la Repubblica riconosce e promuove le Autonomie locali e adegua principi e metodi della sua legislazione alle esigenze dell’Autonomia;

- il Comune è l’Ente che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove e coordina lo sviluppo, ai sensi dell’articolo 3, del Testo Unico degli Enti Locali;

- l’autonomia impositiva e finanziaria è riconosciuta al Comune nell’ambito delle leggi di coordinamento della finanza pubblica, in coerenza ai dettami del citato articolo 3 del TUEL;

- la consistente e progressiva riduzione degli apporti economici conferiti dallo Stato alle Autonomie locali e i vincoli restrittivi imposti dalle norme in materia di Patto di Stabilità Interno precludono ai Comuni la possibilità giuridica e materiale di effettuare investimenti mirati a garantire il costante benessere della collettività secondo standard qualitativi minimi ed essenziali (LEP);

- le risorse a disposizione del Comune di CANDIANA conseguenti all’applicazione dei limiti e vincoli sopra indicati, unitamente alla controproducente logica finanziaria dettata dal patto di stabilità, rendono inadeguati gli importi disponibili per investimenti e manutenzioni e inutilizzabili le risorse eventualmente disponibili;

CONSIDERATO CHE:

- allo stato attuale, i trasferimenti erariali da parte dello Stato, in favore degli Enti locali, sono appena stati stanziati e definiti nella loro insufficiente consistenza, ostacolando i Comuni destinatari sia nell’approvazione dei bilanci di previsione (per gli enti che non l’hanno ancora approvato), sia nella verifica degli equilibri finanziari e del bilancio consuntivo (per gli enti che, come Candiana, erano riusciti comunque a dotarsi di bilancio di previsione pur di no bloccare l’attività politico-amministativa), nonché nell’attuazione delle previsioni programmatiche di mandato politico amministrativo.

- Allo stato attuale, alcuni dei tributi locali, in capo ai Comuni sono tutt’oggi da definire e comunque la loro definizione è stata rinviata ben oltre il limite ammissibile, anche contravvenendo a quanto previsto dallo Statuto del Contribuente, non mettendo in condizione i cittadini contribuenti di ottemperare ai propri obblighi, ammesso che la congiuntura economica glielo consenta.

- Il meccanismo con il quale il Governo concepisce, senza mai definirli in tempo utile, ipotesi di tributi e relativi introiti per i Comuni, in base alla stima dei quali, poi, definisce ad esclusiva Sua convenienza la corrispondente riduzione dei trasferimenti, risulta a totale scapito della economia e degli enti locali.

DATO ATTO CHE:

- dall’omessa quantificazione delle risorse da destinare agli Enti locali discende una situazione di grave e pregiudizievole incertezza che si riflette sull’efficiente e corretto modus procedendi a tutela dell’interesse pubblico di cui i Comuni sono enti esponenziali istituzionalmente preposti;

- in relazione ai diversi compiti in materia di tutela dell’ambiente, sicurezza e comunità, una volta investite le risorse disponibili non risulta consentito mantenere un adeguato livello di benessere generale, specie a fronte di situazioni contingenti e imprevedibili.

ATTESA la preoccupazione che l’anzidetto contesto economico – sociale suscita.

TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO

Con voti favorevoli all’unanimità dei consiglieri presenti e votanti:

DELIBERA

1) di inoltrare al presidente del Consiglio dei Ministri la seguente diffida:

DIFFIDA

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, quale rappresentante del Governo dello Stato Italiano, a garantire l’approvvigionamento delle risorse necessarie e utili alla predisposizione dei bilanci e degli strumenti di programmazione locale, anche al fine di fronteggiare efficacemente gli imprevisti, già solo legittimando l’utilizzo delle risorse depositate presso la tesoreria dello Stato.
Avverte che in caso di protratta inerzia la scrivente Amministrazione locale riterrà corresponsabile lo Stato Italiano per fatti cagionativi di danni a terzi a causa della oggettiva impossibilità di utilizzare le risorse sopra menzionate.
La presente diffida viene inoltrata via pec al Presidente del Consiglio dei Ministri e, per conoscenza, via fax al Presidente della Repubblica.

Elezioni Comunali 25 Maggio 2014